Venezia è da anni una Disneyland turistica
Jeff Bezos compra cose che sono già in vendita da tempo, la Venezia del Grand Tour ottocentesco non esiste più, siamo già in una dimensione cittadina inautentica, il turismo l'ha già piegata
A Venezia ci sono le nozze principesche di Jeff Bezos, che da nerd qual era, ha scoperto, nella sua maturità, la bellezza di godersi la vita e i miliardi che ha fatto. C’è gente che i soldi non se li gode mai, lui invece ha fatto quei passi necessari per invertire la rotta: da CEO sempre alle prese con mille problemi, a ricco godereccio. Si è pompato il fisico, si è preso una compagna più giovane ed appariscente, ha iniziato a frequentare i luoghi cool, e ora arrivano le nozze del secolo, tutto all’insegna dell’esagerazione, roba che pensavamo facessero solo gli indiani. Ma non è così.
Intanto a Venezia l’occasione è ghiotta per protestare contro i ricchi del mondo, dimenticandosi però un particolare che è rilevante. Jeff Bezos non ha forzato le regole costringendo Venezia a cambiare pelle per lui, ha semplicemente preso, in larga scala, quello che Venezia già offre al pubblico: ha noleggiato cose che erano già da tempo noleggiabili. Perché la Venezia lagunare, oggi come oggi, non dico sia un parco giochi per ricchi, ma è sicuramente ad uso e consumo del turismo, il cui impatto è così decisivo da aver cambiato per sempre il senso di quella laguna. Sì, ora come ora, tra Venezia e Disneyland la differenza non è così tanta. Da qui l’articolo continua per i miei abbonati.